Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco
La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!
Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.
21. Le stagioni
Primavera è una giovinetta
con in bocca la prima violetta.
Poi vien l’estate, nel giro eterno…
ma per i poveri è sempre inverno.
Vien l’autunno dalla montagna
ed ha l’odore di castagna.
Vien l’inverno dai ghiacciai
e nel suo sacco non ha che guai.
22. I 12 mesi
Gennaio, gennaio,
il primo giorno è il più gaio,
è fatto solo di speranza:
chi ne ha tanta, vive abbastanza.
Febbraio viene a portare la vite
con le dita intirizzite:
è senza guanti ed ha i geloni
e un buco negli zoccoloni.
Marzo pazzo e cuorcontento
si sveglia un mattino pieno di vento:
la prima rondine arriva stasera
con l’espresso della primavera.
Aprile tosatore
porta la lana al vecchio pastore
spoglia la pecora e l’agnello
per farti un berretto ed un mantello.
Maggio viene ardito e bello
con un garofano all’occhiello,
con tante bandiere nel cielo d’oro
per la festa del lavoro.
Giugno, invece, è falciatore;
il fieno manda un dolce odore,
in alto l’allodola vola,
il bidello chiude la scuola.
Luglio miete il grano biondo,
la mano è stanca, il cuore è giocoso
Canta il cuculo tra le foglie:
c’è chi lavora e mai raccoglie.
Agosto batte il grano nell’aia,
gonfia i sacchi, empie le staia:
c’è tanta farina al mondo…perché
un po’ di pane per tutti non c’è?
Settembre settembrino,
matura l’uva e si fa il vino,
matura l’uva moscatella:
scolaro, prepara la cartella!
Ottobre seminatore:
in terra il seme sogna il fiore,
sotterra il buio germogliosa
che il sole domani lo scalderà.
Novembre legnaiolo
va nei boschi solo solo,
c’è l’ultima foglia a un albero in vetta
e cade al primo colpo d’accetta.
Vien dicembre lieve lieve,
si fa la battaglia a palle di neve:
il fantoccio crolla a terra
e così cade chi vuole la guerra!
23. Battaglia in cielo
Oggi battaglia grossa
tra una nuvola grigia
e una nuvola rossa,
tra una nuvola bianca
e una nuvola nera
battaglia tra l’inverno e la primavera.
A un colpo di tuono il vento
fugge sui campi sgomento.
Ma noi sappiamo già chi vincerà:
ce lo ha detto una rondine
arrivata iersera,
a una primula d’oro appena fiorita:
“Vittoria, vince la vita,
vince la primavera!”.
24. Il mese di giugno
Filastrocca del mese di giugno,
il contadino ha la falce in pugno:
mentre falcia l’erba e il grano
un temporale spia lontano.
Gli scolaretti sui banchi di scuola
hanno perso la parola:
apre il maestro le pagelle
e scrive i voti nelle caselle…
“Signor maestro, per cortesia,
non scriva quel quattro sulla mia.
Quel cinque, poi, non ce lo metta
sennò ci perdo la bicicletta:
se non mi boccia, glielo prometto,
le lascio fare qualche giretto”.
25. Seimila treni
Seimila treni tutti pieni
per l’Italia se ne vanno
tutti i giorni di tutto l’anno!
Vanno a Milano, vanno a Torino,
a Siena, Bibbiena e Minervino,
vanno a Napoli e a Venezia,
a Firenze, Bari e La Spezia…
A Piacenza attraversano il Po
senza bagnarsi nemmeno un po’,
e a Reggio Calabria, questo è il bello,
anche i treni vanno in battello!
Che fila farebbero, a metterli in fila
uno dietro l’altro tutti e seimila!
E su ogni treno c’è un macchinista
che le rotaie non perde di vista.
Le locomotive non vanno da sole:
le ferma tutte, lui, se vuole!
Dunque signori, per piacere:
non fate arrabbiare il ferroviere…
26. Disco rosso
Disco rosso!
Non si passa!
Il direttissimo è frettoloso:
“Non posso aspettare, divento nervoso.
E poi sono un treno molto speciale,
cambiate subito quel segnale!”.
Il disco rosso, senza parlare,
la notte buia continua a scrutare.
“Ho a bordo un duca e un’eccellenza:
farmi attendere è un’impertinenza”.
Ma il disco rosso, occhio severo,
fissa e fissa lo spaio nero.
“Protesterò dal capo-stazione,
farò reclamo in direzione:
tenermi fermo è certo uno sbaglio,
fo a bordo un ministro e un ammiraglio!”.
E fischia, e strepita a più non posso,
ma non gli dà retta il disco rosso.
Così se un giorno in terra o in mare
il treno Guerra vorrà passare,
noi tutti uniti si griderà:
“Disco rosso! fermo là!”.
27. Il casello n° 27
Vorrei stare in un casello
con vicino un passaggio a livello,
con due finestrine
per metterci le tendine,
con i gerani nelle cassette
e sul muro il numero ventisette.
28. Sul treno di frontiera
La frontiera voglio passare,
di là dai monti voglio andare,
dove i francesi per dire sì
dicono “oui!”.
Quando sarò di là dal confine
troverò bambini e bambine:
tutte le lingue parleranno,
il russo, il tedesco, il turcomanno,
diranno, “Buongiorno” – io non capirò –
e “buonasera” risponderò.
Ma poi rideremo insieme felici
e per sempre saremo amici.
29. Filastrocca del mare
A è l’ancora che tiene
prigioniera la nave
con le ferree catene;
B è un grande bastimento
che disegna nel turchino
una strada d’argento;
C è certo il comandante
che studia la sua rotta
sulle pagine dell’atlante;
D è il diario di bordo
che di mille viaggi
serba i nomi e il ricordo!
E è l’elica profonda
che vorticosa gira
e doma, e vince l’onda;
F è il fumaiolo
che in cielo traccia un nero
capriccioso sentiero;
G è il candido gabbiano,
bianca vela dell’aria,
fratello dell’albatros
e della procellaria;
I è l’Italia con i suoi mari,
coi suoi golfi turchini
e le spiagge dove raccogli
conchiglie e sassolini;
L è un vento di libeccio,
un vento di capricci
che ti turba il cappello
e ti scompiglia i ricci;
M è il marinaio,
ha fatto il giro del mondo
il suo sguardo acuto e gaio;
N è il vecchio nostromo
che tace e pensa e fuma
la sua pipa di schiuma;
O è l’oceano immenso,
pastore di cavalloni,
che spinge senza fine
le sue greggi azzurrine;
P è il porto operoso,
dove la nave dorme
il suo breve riposo
Q è il quarto di guardia,
o sentinella, all’erta,
tu sola vegli adesso
sopra e sotto coperta;
R è la radio di bordo;
ascoltano i suoi appelli
e corrono al salvataggio
transatlantici e battelli;
S è il salvagente
che galleggia sull’onda
quando la nave affonda;
T è il timone che tiene
un vecchio lupo di mare,
e la nave mantiene
sulle invisibili strade;
U è l’urlo dell’uragano
che fa tremare ogni cuore,
non quello del capitano;
V è la vela colorata
del povero pescatore,
del feroce pirata;
Z è la zattera avventurosa
che per vela ha un lenzuolo.
Non ha timone né fumaiolo
e va sull’onda furiosa,
spinta dalla tempesta,
o immobile nella bonaccia.
Il mare, lui, minaccia
al naufrago la morte;
ma all’uomo basta una zattera
per essere il più forte.
30. Filastrocca corta e gaia
Filastrocca
corta e gaia,
l’abbaino non abbaia,
la botte più grossa
non è un bottone,
la mela più rossa
non è un melone,
ed il mulo
più piccino
non sarà mai un mulino.