211. La voce della coscenza
Conosco un signore
di Monza o di Cosenza
che si vanta di dar retta
alla “voce della coscienza”.
Il guaio, con questo signore
di Busto o di Forlì,
è che alla sua “coscienza”
manca una piccola “i”.
Se lui ruba, lei lo loda.
Se lui fa il prepotente
lei gli manda un telegramma:
-Mi congratulo vivamente.
Lui infila più bugie
Che aghi su un pino?
lei subito applaude:
-Bravo, prendi un bacino.
E dovreste sentire
quel tale cosa dice:
-Sono in pace con la coscienza,
perciò sono felice!
Ho provato ad avvertirlo,
insomma a fargli capire
e una “coscienza” simile
è inutile starla a sentire.
Lui però mi ha risposto:
-Andiamo! Per una “i”!-
quel bravo signore
di Bari o Mondovì.