Ogni bimbo ha inventato una storia colorata,
un po’ dolce o un po’ pepata.
Poi, come per i vestiti degli Arlecchini,
abbiamo unito i pezzettini.
Lucertola Raffaella e Cocca Coccinella
vanno matte per la Nutella,
sono amiche per la pelle
e amano le storie belle.
Raffaella al computer sta lavorando:
ad un progetto sta pensando.
Si chiama « Animalincittà »,
ma un progetto cosa sarà?
Una ricetta per il baccalà?
Ma… forse… chissà…
Mentre ancora si sta interrogando
arriva Cocca ansimando:
«Un’idea io ce l’ho, se va bene non lo so!
Potremmo fare uno spettacolo teatrale!»
«È un’idea niente male,
ma ci vorrebbe una storiella
dolce come una frittella
ed anche tanti attori,
scene, musiche e spettatori.»
«Chiediamo a Pennoso, un vero scrittore,
di farci il grande e alto onore
di pensare ad una storia divertente
da raccontare a tanta gente!»
Senza posa, Pennoso l’uccellino,
con la matita o col pennino,
aveva scritto libri, tanti e tanti,
per divertire tutti quanti,
finché un dì era così stressato
che il mestiere aveva abbandonato.
Armate di pazienza, Cocca e Raffaella
vanno al suo nido con la Nutella.
«I lettori non sono contenti:
Pennoso, scrivi ancora, accidenti!»
Sentendo una richiesta così gentile,
lui riprese a scrivere in un fienile,
perché in città ancora una cascina c’era
dove la gente si incontrava fino a sera.
La Roccafranca era chiamata:
da tutto il quartiere era ammirata.
Pennoso così scriveva
becchettando pane e pera:
«C’era una volta un cane...
- No, non c’era! Ma sì che c’era! -
... che trovò una matita nera,
così scrisse poesie e filastrocche,
alcune serie e altre sciocche”.
«No, no, proprio così non va,
me ne torno da mamma e papà!
Presto, presto, farò fagotto,
me ne vo in quattro e quattr’otto!»
Così trova la borsa di un ragnetto:
«Non volevo prenderla per dispetto!
È che sono uno scrittore disperato
e sono anche un poco malato.»
«Ma la febbre non ce l’hai...
raccontami i tuoi guai.» Pss, pss!
«Beh! Ti aiuterò a scrivere la storia,
che di ascoltarla ho già la voglia!
I due divennero molto amici
e insieme scrissero felici.
Nel frattempo, nel giardino vicino,
Timmi lo scoiattolo e Tino l’uccellino
raccontandosi storie facevano amicizia
ciucciando caramelle, leccando liquirizia.
Tino: «Maiale Pasticcio fa una passeggiata
e su un aereo trascorre la giornata
Quando atterra non sa più dov’è,
pende il computer ed è a casa per il tè.»
Timmi: «Talpa Tarantella era chiamata così
perché non dormiva né notte, né dì.
Con l’amica Condorella cercava una soluzione:
«Una botta in testa? Forse una canzone?»
«Voglio una medicina per dormire
che dal letto non mi faccia più uscire!»
La medicina ad un uomo rubò
e a sognare Tarantella tornò.»
Storie crude e storie cotte,
spesso insieme fanno notte.
Dormono e sognano di fare gli attori:
«Buon divertimento, signore e signori!»
Raffaella: «Il copione ora c’è,
con una storia degna di un re!»
Cocca: «Anche gli attori abbiamo trovato
e per tutti il sogno s’è avverato.»
«Grande spettacolo stasera sul prato,
ogni animale è di certo invitato!»
Mucca Gelsomina, star della cascina, arrivò
per prima e con il topo Zac si accomodò
perché non ne poteva più
di restare senza la TV,
che quel mattino s’era rotta,
tutta cotta, partita in una botta:
questa serata si annunciava migliore
di quelle solite davanti al televisore.
Per la gioia di Zac, giunse Giulia la topina
che, passeggiando la mattina,
aveva incontrato del circo l’elefante,
un po’ grosso e un po’ pesante.
Lui le aveva detto col suo vocione
da far tremare anche un portone:
«La mia giungla pulisco velocemente,
poi allo spettacolo verrò, certamente!»
C’erano Mari la gatta e Scilla la micina,
che in quella triste mattina
aveva buttato giù un bel vaso
annusandolo col naso.
Presto presto era stata perdonata
e ora si godeva la bella serata.
C’erano anche i cavalli Cocco e Franco
che erano compagni di banco,
pipistrello Filippo e suo fratello
avvolti in un nero mantello,
ragno Leonardo, lucertola Camilla
e la pecorella Camomilla,
scoiattolo Arturo e Gianluca il serpente:
insomma un mare di gente!
«Questa sera ci è venuta voglia
di raccontarvi una storia
di pura fantasia e immaginazione.
Buon divertimento e buona visione!»
«Giacomo il coniglio era saggio
anche quando andava in viaggio:
con sé aveva sempre la chiave della porta
e un coltello per la torta.
Non dimenticava neppure il sale
per condire un’insalata niente male.
Un pic-nic fa su un verde prato
e della chiave si è scordato.
Riccio Pinco Pallino la chiave trovò
e a casa sua la portò.
Poi Pinco Pallino, fortunato,
vide anche una palla su quel prato.
Palla e chiave con sé trasportò
quando con l’aquilone se ne volò.
Dall’alto vide prima il coniglio,
che davanti al nascondiglio
cercava la chiave inutilmente,
piangendo disperatamente:
le orecchie aveva storte
e le zampe mezze morte.
Con una manovra azzardata,
senza fare una frittata,
Pinco sul prato presto atterrò
e la chiave al coniglio consegnò.
Per la gioia lui fece una capriola
mentre Pinco Pallino già s’invola.
Presto osserva un’altra scena disperata:
«Oh, che allegra mattinata!»
Ragno Marco, che vuol essere calciatore,
ma che come fare non sa di cuore,
sta chiedendo consiglio all’amica rana:
«Metti una maglia, ma non quella di lana,
prendi una palla e poi gioca
senza correr come un’oca!»
Il riccio dall’alto capisce
e atterra sulle pietre lisce.
«Ti darò la palla che ho trovato
e la maglia che ho conservato.
Sono un riccio ed è di buchi piena,
ma ha un dieci sulla schiena.
Ora Marco, sei un vero calciatore
e sul campo combatti con onore.»
Marco va e segna un gol fenomenale
che finisce sul giornale.
Ormai si è fatta sera. Pinco deve tornare
a casa a riposare, ma non smette di pensare:
«Com’è strano dall’alto il mondo,
sempre bello, sempre tondo!
E poi, fare delle buone azioni
riempie il cuore di emozioni!
Anche oggi mi sono fatto nuovi amici
con cui ridere felici!»
Questa storia a tante mani
può durar fino a domani!
Quanti applausi fragorosi
dagli entusiasti spettatori!
Cuci e taglia, taglia e cuci,
già si spengono le luci
qui finisce la storiella
che speriamo sia bella
come una ciambella con il buchino
per divertire ogni bambino.