Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

114. Perché quando esco di sera che c’è la luna, lei mi viene dietro?

Con te la luna è buona,

o piccola Simona:

ti segue con un raggio

per farti coraggio,

e se ti fermi tu

si ferma anche la luna

lassù.

113. Perchè l'auto cammina?

 

Perché l’auto cammina?

È semplice: perché

ha un cuore come te.

Il cuore è il motore,

il sangue la benzina:

il cervello, si sa,

lo deve usar l’autista…

ma spesso non ce l’ha

112. Perchè il gallo canta?

 

Canta il gallo ogni mattina

una canzone svegliarina.

In città chi non ha un gallo

compra una sveglia di metallo!

Un galletto d’acciaio fino

da tenere accanto al cuscino,

e  quando appena sputa il dì

scatta una molla e fa: Chicchiricchi!

111. Perchè i grandi hanno sempre ragione?

 

Io son dell’opinione –

sia detto senza danno –

che i “grandi” hanno ragione

quando torto non hanno…

110. Presentazione

“Il gioco dei perché è il più vecchio del mondo. Prima ancora di imparare a parlare l’uomo doveva avere nella testa un gran punto interrogativo; ma di punti interrogativi sono tuttora pieni il cielo e la terra. […] Il bambino spara i suoi perché come una mitragliatrice. Le sue domande – serie, buffe, strane, divertenti, commoventi – piovono sulla testa dei genitori fitte come la grandine.”

109. La saponia

Della Saponia, strana nazione,

il Sovrano è il re Sapone.

 

E’ la sua figlia prediletta

la Principessa Saponetta.

 

Con tali sovrani, capirai,

è un pese pulito assai:

ogni mattina la strada è lavata

con schiumante saponata,

 

e nelle scuole s’insegna ai bambini

a far le bolle coi cannellini.

 

La flora è invero straordinaria:

cresce soltanto la saponaria.

 

Per la festa nazionale

si fa il bucato generale,

si lavano case, campanili,

torri, tombini, perfino i canili…

 

C’è solo una legge, a me risulta:

chi sporca per strada prende la multa.

108. Uno strano viaggiatore

 

Una volta c’era un signore

uno strano viaggiatore

che viaggiava in macchina…

da scrivere!

Che c’è di strano?

Non a tutti piace il treno

o l’aeroplano.

Come faceva?

Così: batteva sul tastino della “T”

ed eccolo a Torino.

Toccando la “zeta”

sbarcava a Gaeta.

Per andare nel Perù

pigiava la lettera “u”.

 

Una volta, in Estremadura,

ebbe una brutta avventura.

Lo inseguivano i banditi…

Ma lui niente paura:

rotolò sul sentiero

una fila di “zero”:

0000000000000.

 

Capitombolo generale:

la banda finì in ospedale.

Notte e giorno dalla sua stanza

usciva un ticchettio,

un calpestìo di tasti,

di fogli un gran fruscio.

 

Ora la macchina tace.

Il viaggio è terminato.

Il nastro riposa in pace,

un po’ bucherellato.

Ma se andate in libreria

vedrete nella vetrina

una nuova copertina.

Lo strano viaggiatore

era dunque uno scrittore?

Viaggiava nella fantasia?

Può darsi, naturalmente.

Ma, caso più sorprendente,

migliaia di persone

con il suo libro in mano

rifaranno il suo viaggio

senza muoversi dalle poltrone

senza prendere treno né aeroplano…

107. Sulla luna

Sulla Luna, per piacere,

non mandate un generale:

ne farebbe una caserma

con la tromba e il caporale.

 

Non mandateci un banchiere

sul satellite d’argento,

o lo mette in cassaforte

per mostrarlo a pagamento.

 

Non mandateci un ministro

col suo seguito di uscieri:

empirebbe di scartoffie

i lunatici crateri.

 

Ha da essere un poeta

sulla Luna ad allunare:

con la testa nella Luna

lui da un pezzo ci sa stare…

 

A sognar i più bei sogni

è da un pezzo abituato:

sa sperare l’impossibile

anche quando è disperato.

 

Or che i sogni e le speranze

si fan veri come fiori,

sulla Luna e sulla Terra

fate largo ai sognatori!

106. Il passero

Apritemi, per favore,

la finestra del salotto:

sono un povero passerotto

che ha freddo fino al cuore.

 

Vi ho visti che piantavate

in un angolo nel tinello

quel meraviglioso alberello

dalle foglie incantate:

 

ogni ramo si curva al peso

di un frutto sconosciuto,

e su ogni ramo ho veduto

una stella col lume acceso.

 

Adesso è tutto a posto:

fatemi dunque entrare,

il mio nido potrei fare

sul ramo più nascosto.

 

Non vi darei tanta noi,

sono un passero per benino.

E per il vostro bambino

pensate domani che gioia

 

trovare tra i doni,

dietro una mezzaluna di latta,

tra la neve d’ovatta

e la rugiada di vetro,

 

trovare un passero vero

con un cuore vero nel petto

che guarda dal suo nidetto

con il vivo occhio nero,

 

una viva creatura

che vuol essere scaldata,

cha ha bisogno di essere amata,

che ha freddo, fame, paura…

 

I bambini sono tutti buoni,

e andremo d’accordo, perché

chiedo così poco per me

di tutti i loro doni:

un cantuccio di torrone

per appuntirci il becco,

il biscotto più secco,

la crosta del panettone…

 

Che tenero frullo d’ale

in cambio vi posso dare!

Lasciatemi volare

sull’albero di Natale.

105. Il lupo e il grillo

Un lupo prepotente

voleva esser fatto presidente.

 

- Mostraci i denti.. – un grillo gli gridò.

E il lupo le sue fauci spalancò.

 

- Per noi tu mangi troppo, amico caro:

se ti eleggiamo, è chiaro,

tu ti divori tutta la foresta…

E al popolo, che resta?

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