Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

335. Il treno dei bambini

C’è un paese dove i bambini

hanno per loro tanti trenini,

ma treni veri, che questa stanza

per farli andare non è abbastanza,

treni lunghi da qui fin là,

che attraversano la città.

Il capostazione è un ragazzetto

appena più grande del fischietto,

il capotreno è una bambina

allegra come la sua trombettina;

sono bambini il controllore,

il macchinista, il frenatore.

Tutti i posti sui vagoncini

sono vicini ai finestrini.

E il bigliettaio sul suo sportello

Ha attaccato questo cartello:

“I signori

genitori

se hanno voglia di viaggiare

debbono farsi accompagnare”.

334. La tradotta

Cosa canta il soldato, soldatino,

dondolando, dondolando gli scarponi,

seduto con le gambe ciondoloni

sulla tradotta che parte da Torino?

“Macchinista del vapore,

metti l’olio agli stantuffi,

della guerra siamo stufi

e a casa nostra vogliamo andà”.

Soldatino, canta canta:

cavalli otto, uomini quaranta.

333. Il treno merci

Dal primo all’ultimo vagone

è tutto nero di carbone,

ma affacciato a uno sportellino

c’è il muso bianco di un vitellino.

332. Sala d'aspetto

Chi non ha casa e non ha letto

si rifugia in sala d’aspetto,

di una panca si accontenta,

tra due fagotti s’addormenta.

Il controllore pensa:”Chissà

quel viaggiatore dove anderà?”

Ma lui viaggia solo di giorno,

sempre a piedi se ne va attorno:

cammina, cammina, eh, sono guai,

la sua stazione non trova mai!

Non trova lavoro, non ha tetto,

di sera torna in sala d’aspetto:

e aspetta, aspetta, ma sono guai,

il suo treno non parte mai.

Se un fischio echeggia di prima mattina,

lui sogna d’essere in officina.

Controllore non lo svegliare:

un poco ancora lascialo sognare.

331. Capodanno

Filastrocca di Capodanno

fammi gli auguri per tutto l’anno:

 

voglio un gennaio col sole d’aprile,

un luglio fresco, un marzo gentile,

 

voglio un giorno senza sera,

voglio un mare senza bufera,

 

voglio un pane sempre fresco,

sul cipresso il fiore del pesco,

 

che siano amici il gatto e il cane,

che diano latte le fontane.

 

Se voglio troppo non darmi niente,

dammi una faccia allegra solamente.

330. Il pellerossa nel presepe

Il pellerossa con le piume in testa

e con l’ascia di guerra in pugno stretta,

com’è finito tra le statuine

del presepe, pastori e pecorine,

e l’asinello, e i maghi sul cammello,

e le stelle ben disposte,

e la vecchina delle caldarroste?

Non è il tuo posto, via, Toro seduto:

torna presto di dove sei venuto.

Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.

Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?

O darà noia agli angeli di gesso?

Forse è venuto fin qua,

ha fatto tanto viaggio,

perché ha sentito il messaggio:

pace agli uomini di buona volontà.

329. A voce bassa

Filastrocca a voce bassa,

chi è di notte che passa e ripassa?

È il principe Fine e non può dormire

perché ha sentito una foglia stormire?

O forse è l’omino dei sogni che porta

i numeri del lotto di porta in porta?

È un signore col mal di denti,

in compagnia di mille tormenti?

L’ho visto: è il vigile notturno

che fa la ronda, taciturno:

i ladri scantonano per la paura,

la città dorme sicura.

328. Il vigile urbano

Chi è più forte del vigile urbano?

Ferma i tram con una mano.

Con un dito, calmo e sereno,

tiene indietro un autotreno:

cento motori scalpitanti

li mette a cuccia alzando i guanti.

Sempre in croce in mezzo al baccano:

chi è più paziente del vigile urbano?

327. L'omino della gru

Filastrocca di sotto in su

per l’omino della gru.

Sotto terra va il minatore,

dov’è buio a tutte l’ore;

lo spazzino va nel tombino,

sulla terra sta il contadino,

in cima ai pali l’elettricista

gode già una bella vista,

il muratore va sui tetti

e vede tutti piccoletti…

ma più in alto, lassù lassù,

c’è l’omino della gru:

cielo a sinistra, cielo a destra,

e non gli gira mai la testa.

326. L'arrotino

O quell’ometto, con quel carretto,

che giri la ruota in quel vicoletto,

che giri la ruota tutto il dì:

pedale, pedali e sei sempre lì!

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