Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

64. La strada per diventare buoni

 

Che stupendo viaggio le vacanze!

 

Si parte l’ultimo giorno di scuola,

pieni di smania, con il cuore in gola,

come partì Cristoforo Colombo,

con la Nina, la Pinta e la S. Maria,

per una lunga avventura

che tutta estate dura,

in buona compagnia…

 

L’estate è un continente da esplorare,

con paesi e foreste,

monti, burroni e creste,

e tutto attorno il mare…

 

A Nord, a Sud, a Est,

c’è qualcosa da scoprire

in tutte le direzioni:

perché passa dovunque

la strada per diventare buoni.

63. Arrivederci vecchio bidello!

 

Addio, vecchio bidello,

che tirando un sospiro

dài un’occhiata in giro

e richiudi il cancello.

 

Hai chiuso le finestre

dal primo al terzo piano,

ed hai stretto la mano

a maestri e maestre.

 

Mute e vuote le stanze

ti fan malinconia:

non ti mette allegria

l’idea delle vacanze…

Io invece vorrei

(lo dico solo a te)

che durassero sei,

sette mesi…non tre.

62. Uno strano biglietto di giustificazione

 

Lo scolaro, Giuseppe Moneta,

di Gastone,

in un momento di distrazione

è diventato un pianeta.

Circola intorno al sole

a discreta velocità,

attendo a non urtare

con la testa, coi piedi e con le mani

i pianeti più anziani.

Per oggi, dunque, a scuola non verrà.

La signora maestra

è pregata di scusarlo,

i compagni di banco, di osservarlo.

Stanotte sarà visibile

tra le costellazioni

perfettamente riconoscibile

per una macchia d’inchiostro

sui pantaloni.

61. Lamento decimale

 

A destra della virgola,

cagion dei nostri mali,

noi siamo, ahi tristi, ahi misere,

le cifre decimali.

 

Numeri? Noi siam polvere!

Se in mille ci mettiamo

una sull’altra, è inutile,

l’unità non tocchiamo.

 

Della tribù aritmetica,

sì numerosa e varia,

siam certo i più poveri,

trattati come paria.

 

Centinaia, Decine

ci tengono a distanza:

- Quelli? Rottami, briciole,

cocci, roba che avanza…

 

Se uno scolar pietoso

la virgola cancella

salva noi, però in cambio

si gioca la pagella…

60. Numeri sottozero

 

I numeri sottozero

sono molto importanti,

ma bisogna toccarli

solamente con i guanti:

 

freddi, gelati, carichi

di neve e di ghiaccio,

sono numeri frigorifero…

Però a me non dispiacciono.

 

Se non ci fossero loro

non si andrebbe più a sciare

la slitta sarebbe inutile,

vietato pattinare.

 

Lo so, è triste la neve

per chi non ha un cappotto,

quando il mercurio scende,

tocca lo zero e va sotto.

 

Quei numeri sarebbero

dunque cattivi e brutti?

Ma no, ma via: piuttosto,

diamo un cappotto a tutti.

59. Avanti march!

 

Numeri, avanti march!

Si va a fare l’addizione.

Attenti a stare in colonna,

o succede una confusione.

 

Unità sotto unità,

decine sotto decine:

mantenere l’allineamento

dal principio alla fine.

 

Il caporal Scolaro

con le cifre ha spesso dei guai:

fanno presto a sbandarsi,

se appena ti distrai.

 

Una esce dal quadretto,

un’altra la fila sbaglia…

il totale va a gambe all’aria:

addio dieci, addio medaglia!

 

- Vediamo, tutti a posto?

Laggiù, fatevi sotto.

Comincia l’operazione..

Scrivo uno e porto otto…

58. Tragedia di un dieci

 

Fuggiva un giorno un Dieci,

pieno di trepidazione,

inseguito da un nemico

mortale: la Sottrazione!

 

Il poverino è raggiunto,

crudelmente mutilato:

ben due unità ha perduto,

un Otto è diventato.

 

Dalla padella cascando

nella brace, ecco qua,

incappa nella Divisione

che lo taglia a metà.

 

Ora è un misero Quattro,

malvisto dagli scolari.

-Consolati – gli dicono –

sei sempre un numero pari…

 

- C’è poco da consolarsi

la mia sorte è ben dura.

O incontro un’Addizione

o sarà …la bocciatura.

 

57. Un consiglio del nonno

 

Figliolo, figliolo,

cosa vorresti fare?

I topi in solaio, nonno

i topi voglio acchiappare.

 

L’intenzione è lodevole,

e tuttavia scommetto

che non acchiappi nemmeno

la coda di un sorcetto.

 

La tua trapola, carissimo,

non è adatta allo scopo.

Secondo il mio pensiero

Farà ridere più di un topo.

 

Mancandole una “pi”

le manca l’essenziale:

sciuperesti il formaggio

e ci rimarresti male.

 

Sii paziente, riparala,

e quando la doppia avrà

vedrai che sorci e topi

a due a due acchiapperà.

56. L'ama

C’era una volta una povera ama,

per essere una lama intera,

una vera lama di coltello,

le mancava la elle:

gliel’aveva rubata

un apostrofo pirata.

 

La poverina non taglia più

nè la carne cruda

né la carne cotta:

non tagliava nemmeno la ricotta.

 

In fondo al cassetto deperiva,

e del mal della ruggine pativa.

 

Per fortuna la scoprì un arrotino

che da bambino

Aveva studiato bene l’ortografia:

le ridiede la elle, l’affilò

e per il mondo la rimandò

col suo coltello

a tagliare questo e quello.

 

Dunque voi state attenti, per piacere:

lasciatele la sua elle, o per vendetta

è capace di tagliarvi

qualche falangetta.

55. La lezione giusta

 

Hai preso un brutto voto,

piangi da far compassione

e dici – Io l’ho studiata,

l’ho studiata, la lessione…

 

La lessione con due esse?

Ma allora è tutto chiaro:

chi studia a quella maniera

si ritrova somaro.

 

La lezione con la zeta

è una cosa differente:

ripulisce la testa

e soddisfa la mente.

 

Purtroppo tante persone

ci cascano come te:

studiano e non imparano

un bel niente…Perché?

 

Perché studiano cose sbagliate,

e si nutrono di errori:

dopo, son brutti voti,

anzi, sono dolori.

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