Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

34. Filastrocca burlona

Filastrocca un po’ burlona

per divertire qualunque persona:

se la salita fosse in discesa,

se la montagna fosse distesa,

se tutte le scale andassero in giù,

se i fiumi corressero all’insù,

se tutti i giorni fosse festa,

se fosse zucchero la tempesta,

se sulle piante crescesse il pane,

come le pesche e le banane,

se mi facessero il monumento…

io non sarei ancora contento.

Voglio prima veder sprofondare

tutte le armi in fondo al mare.

33. La casa di gelato

Stamattina ho inventato

una casa di gelato,

con il tetto di fragola,

le finestre di lampone

e le porte di cioccolato.

 

Una nuvola di panna

e di limone

usciva dal camino:

se l’è beccata tutta un uccellino.

32. Filastrocca solitaria

Filastrocca solitaria,

voglio fare un castello in aria:

più su delle nubi, più su del vento

un castello d’oro e d’argento.

Con una scala ci voglio salire;

per sognare senza dormire

e su un cartello farò stampare:

“Le cose brutte non possono entrare…”

 

O filastrocca solitaria,

si starà bene, lassù in aria:

ma se un cartello scritto così

lo mettessimo anche qui?

31. Filastrocca corta e matta

Filastrocca corta corta,

il porto vuole sposare la porta,

la viola studia il violino,

il mulo dice: - Mio figlio è il mulino;

la mela dice: - Mio nonno è il melone;

il matto vuol essere un mattone,

e il più matto della terra

sapete che vuole? Vuole fare la guerra!

30. Filastrocca corta e gaia

Filastrocca

corta e gaia,

l’abbaino non abbaia,

la botte più grossa

non è un bottone,

la mela più rossa

non è un melone,

ed il mulo

più piccino

non sarà mai un mulino.

29. Filastrocca del mare

A è l’ancora che tiene

prigioniera la nave

con le ferree catene;

 

B è un grande bastimento

che disegna nel turchino

una strada d’argento;

 

C è certo il comandante

che studia la sua rotta

sulle pagine dell’atlante;

 

D è il diario di bordo

che di mille viaggi

serba i nomi e il ricordo!

 

E è l’elica profonda

che vorticosa gira

e doma, e vince l’onda;

 

F è il fumaiolo

che in cielo traccia un nero

capriccioso sentiero;

 

G è il candido gabbiano,

bianca vela dell’aria,

fratello dell’albatros

e della procellaria;

 

I è l’Italia con i suoi mari,

coi suoi golfi turchini

e le spiagge dove raccogli

conchiglie e sassolini;

 

L è un vento di libeccio,

un vento di capricci

che ti turba il cappello

e ti scompiglia i ricci;

 

M è il marinaio,

ha fatto il giro del mondo

il suo sguardo acuto e gaio;

 

N è il vecchio nostromo

che tace e pensa e fuma

la sua pipa di schiuma;

 

O è l’oceano immenso,

pastore di cavalloni,

che spinge senza fine

le sue greggi azzurrine;

 

P è il porto operoso,

dove la nave dorme

il suo breve riposo

 

Q è il quarto di guardia,

o sentinella, all’erta,

tu sola vegli adesso

sopra e sotto coperta;

 

R è la radio di bordo;

ascoltano i suoi appelli

e corrono al salvataggio

transatlantici e battelli;

 

S è il salvagente

che galleggia sull’onda

quando la nave affonda;

 

T è il timone che tiene

un vecchio lupo di mare,

e la nave mantiene

sulle invisibili strade;

 

U è l’urlo dell’uragano

che fa tremare ogni cuore,

non quello del capitano;

 

V è la vela colorata

del povero pescatore,

del feroce pirata;

 

Z è la zattera avventurosa

che per vela ha un lenzuolo.

Non ha timone né fumaiolo

e va sull’onda furiosa,

spinta dalla tempesta,

o immobile nella bonaccia.

Il mare, lui, minaccia

al naufrago la morte;

ma all’uomo basta una zattera

per essere il più forte.

28. Sul treno di frontiera

La frontiera voglio passare,

di là dai monti voglio andare,

 

dove i francesi per dire sì

dicono “oui!”.

 

Quando sarò di là dal confine

troverò bambini e bambine:

 

tutte le lingue parleranno,

il russo, il tedesco, il turcomanno,

 

diranno, “Buongiorno” – io non capirò –

e “buonasera” risponderò.

 

Ma poi rideremo insieme felici

e per sempre saremo amici.

27. Il casello n° 27

Vorrei stare in un casello

con vicino un passaggio a livello,

 

con due finestrine

per metterci le tendine,

 

con i gerani nelle cassette

e sul muro il numero ventisette.

26. Disco rosso

Disco rosso!

Non si passa!

 

Il direttissimo è frettoloso:

“Non posso aspettare, divento nervoso.

 

E poi sono un treno molto speciale,

cambiate subito quel segnale!”.

 

Il disco rosso, senza parlare,

la notte buia continua a scrutare.

 

“Ho a bordo un duca e un’eccellenza:

farmi attendere è un’impertinenza”.

 

Ma il disco rosso, occhio severo,

fissa e fissa lo spaio nero.

 

“Protesterò dal capo-stazione,

farò reclamo in direzione:

 

tenermi fermo è certo uno sbaglio,

fo a bordo un ministro e un ammiraglio!”.

 

E fischia, e strepita a più non posso,

ma non gli dà retta il disco rosso.

 

Così se un giorno in terra o in mare

il treno Guerra vorrà passare,

 

noi tutti uniti si griderà:

“Disco rosso! fermo là!”.

25. Seimila treni

Seimila treni tutti pieni

per l’Italia se ne vanno

tutti i giorni di tutto l’anno!

 

Vanno a Milano, vanno a Torino,

a Siena, Bibbiena e Minervino,

 

vanno a Napoli e a Venezia,

a Firenze, Bari e La Spezia…

 

A Piacenza attraversano il Po

senza bagnarsi nemmeno un po’,

 

e a Reggio Calabria, questo è il bello,

anche i treni vanno in battello!

 

Che fila farebbero, a metterli in fila

uno dietro l’altro tutti e seimila!

 

E su ogni treno c’è un macchinista

che le rotaie non perde di vista.

 

Le locomotive non vanno da sole:

le ferma tutte, lui, se vuole!

 

Dunque signori, per piacere:

non fate arrabbiare il ferroviere…

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