Giovannino Perdigiorno
era un grande viaggiatore:
capitò nel paese
degli uomini a motore.
Al osto del cuore
avevano un motorino
che si spegne la sera
e si accende al mattino.
Al posto dei piedi
avevano le rotelle,
le cinghie di trasmissione
erano le bretelle.
Al posto del naso
avevano una trombetta
per chiedere la strada
e correre più in fretta.
Correvano tutto il giorno
senza mai fermarsi:
non avevano neanche
il tempo di salutarsi.
E non scambiando mai
né parole né saluti
pian piano i poveretti
diventarono muti.
Facevano appena appena
“brum brum” e “perepè”.
E Giovannino disse:
“Questo posto non fa per me”.