Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco
La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!
Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.
101. Bandiere
E’ bella, la bandiera tricolore
e sboccia al sole come sboccia un fiore.
Ma le bandiere sono tutte belle,
fatte per sventolare
insieme, come sorelle…
L’italiana, l’inglese, la francese,
la russa, la cinese
e quella di Maometto:
mille più bandiere a braccetto!
102. Una strana malattia
Conoscete quel signore
di via Passadilà?
E’ impazzito per colpa
della pubblicità.
Passeggiando per le strade
leggeva ogni manifesto;
“Con PUM bucato rapido!”
“PIM PAM lava più presto!”
“Un formaggino atomico?
BRIC-BRAC! Orsù, provatelo!”
“Il re dei formaggini
è BRUC! Tosto assaggiatelo!”
Per non far torto a nessuno
di quei bei cartelloni
quel signore comperava
ogni sorta di saponi
si riempiva la casa
di spaghetti e formaggini,
di fagiolini in scatola,
di biscotti e biscottini,
aveva un armadio pieno
di conserva di pomodori,
diciotto frigoriferi
e venti televisori.
Non avendo più posto
in casa per altri acquisti
ha perso la ragione
e vive giorni tristi.
Adesso per guarirlo
gli hanno fatto, all’ospedale,
un manifesto apposta,
di misura eccezionale,
e sopra ci sta scritto:
“Comprate solamente
le cose che vi servono
e che vi piacciono veramente!”
Tre o quattro volte al giorno
lo mostrano al malato:
lui lo sa già a memoria…
ma chissà se l’ha imparato!
103. due perchè
Perché di notte abbaiano i cani?
Perché hanno udito dei passi lontani,
perché hanno visto le lucciole
in processione,
perché non trovano il padrone,
per cento e cento ragioni più una:
perché vogliono mangiarsi la luna.
Perché le galline van presto a letto?
Perché hanno poca fantasia…
E’ bello di sera stare al freschetto,
chiacchierare in compagnia:
ma a loro non piace le stelle guardare,
non è mica roba da beccare…
104. Il gallo in portantina
Quattro soriani una mattina
portavano il Gallo in portantina.
Non vi par strano, Messer Galletto,
da parte dei gatti tanto rispetto?
- Madama Gallina, in fede mia,
voi parlate per gelosia.
I gatti mi onorano perché son saggio,
e ora mi portano in viaggio.
Ma appena furono un poco lontani,
sai che fecero i quattro soriani?
In quattro bocconi, e senza rispetto,
si divorarono il galletto.
105. Il lupo e il grillo
Un lupo prepotente
voleva esser fatto presidente.
- Mostraci i denti.. – un grillo gli gridò.
E il lupo le sue fauci spalancò.
- Per noi tu mangi troppo, amico caro:
se ti eleggiamo, è chiaro,
tu ti divori tutta la foresta…
E al popolo, che resta?
106. Il passero
Apritemi, per favore,
la finestra del salotto:
sono un povero passerotto
che ha freddo fino al cuore.
Vi ho visti che piantavate
in un angolo nel tinello
quel meraviglioso alberello
dalle foglie incantate:
ogni ramo si curva al peso
di un frutto sconosciuto,
e su ogni ramo ho veduto
una stella col lume acceso.
Adesso è tutto a posto:
fatemi dunque entrare,
il mio nido potrei fare
sul ramo più nascosto.
Non vi darei tanta noi,
sono un passero per benino.
E per il vostro bambino
pensate domani che gioia
trovare tra i doni,
dietro una mezzaluna di latta,
tra la neve d’ovatta
e la rugiada di vetro,
trovare un passero vero
con un cuore vero nel petto
che guarda dal suo nidetto
con il vivo occhio nero,
una viva creatura
che vuol essere scaldata,
cha ha bisogno di essere amata,
che ha freddo, fame, paura…
I bambini sono tutti buoni,
e andremo d’accordo, perché
chiedo così poco per me
di tutti i loro doni:
un cantuccio di torrone
per appuntirci il becco,
il biscotto più secco,
la crosta del panettone…
Che tenero frullo d’ale
in cambio vi posso dare!
Lasciatemi volare
sull’albero di Natale.
107. Sulla luna
Sulla Luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.
Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.
Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.
Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella Luna
lui da un pezzo ci sa stare…
A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.
Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla Luna e sulla Terra
fate largo ai sognatori!
108. Uno strano viaggiatore
Una volta c’era un signore
uno strano viaggiatore
che viaggiava in macchina…
da scrivere!
Che c’è di strano?
Non a tutti piace il treno
o l’aeroplano.
Come faceva?
Così: batteva sul tastino della “T”
ed eccolo a Torino.
Toccando la “zeta”
sbarcava a Gaeta.
Per andare nel Perù
pigiava la lettera “u”.
Una volta, in Estremadura,
ebbe una brutta avventura.
Lo inseguivano i banditi…
Ma lui niente paura:
rotolò sul sentiero
una fila di “zero”:
0000000000000.
Capitombolo generale:
la banda finì in ospedale.
Notte e giorno dalla sua stanza
usciva un ticchettio,
un calpestìo di tasti,
di fogli un gran fruscio.
Ora la macchina tace.
Il viaggio è terminato.
Il nastro riposa in pace,
un po’ bucherellato.
Ma se andate in libreria
vedrete nella vetrina
una nuova copertina.
Lo strano viaggiatore
era dunque uno scrittore?
Viaggiava nella fantasia?
Può darsi, naturalmente.
Ma, caso più sorprendente,
migliaia di persone
con il suo libro in mano
rifaranno il suo viaggio
senza muoversi dalle poltrone
senza prendere treno né aeroplano…
109. La saponia
Della Saponia, strana nazione,
il Sovrano è il re Sapone.
E’ la sua figlia prediletta
la Principessa Saponetta.
Con tali sovrani, capirai,
è un pese pulito assai:
ogni mattina la strada è lavata
con schiumante saponata,
e nelle scuole s’insegna ai bambini
a far le bolle coi cannellini.
La flora è invero straordinaria:
cresce soltanto la saponaria.
Per la festa nazionale
si fa il bucato generale,
si lavano case, campanili,
torri, tombini, perfino i canili…
C’è solo una legge, a me risulta:
chi sporca per strada prende la multa.
110. Presentazione
“Il gioco dei perché è il più vecchio del mondo. Prima ancora di imparare a parlare l’uomo doveva avere nella testa un gran punto interrogativo; ma di punti interrogativi sono tuttora pieni il cielo e la terra. […] Il bambino spara i suoi perché come una mitragliatrice. Le sue domande – serie, buffe, strane, divertenti, commoventi – piovono sulla testa dei genitori fitte come la grandine.”