Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco
La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!
Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.
61. Lamento decimale
A destra della virgola,
cagion dei nostri mali,
noi siamo, ahi tristi, ahi misere,
le cifre decimali.
Numeri? Noi siam polvere!
Se in mille ci mettiamo
una sull’altra, è inutile,
l’unità non tocchiamo.
Della tribù aritmetica,
sì numerosa e varia,
siam certo i più poveri,
trattati come paria.
Centinaia, Decine
ci tengono a distanza:
- Quelli? Rottami, briciole,
cocci, roba che avanza…
Se uno scolar pietoso
la virgola cancella
salva noi, però in cambio
si gioca la pagella…
62. Uno strano biglietto di giustificazione
Lo scolaro, Giuseppe Moneta,
di Gastone,
in un momento di distrazione
è diventato un pianeta.
Circola intorno al sole
a discreta velocità,
attendo a non urtare
con la testa, coi piedi e con le mani
i pianeti più anziani.
Per oggi, dunque, a scuola non verrà.
La signora maestra
è pregata di scusarlo,
i compagni di banco, di osservarlo.
Stanotte sarà visibile
tra le costellazioni
perfettamente riconoscibile
per una macchia d’inchiostro
sui pantaloni.
63. Arrivederci vecchio bidello!
Addio, vecchio bidello,
che tirando un sospiro
dài un’occhiata in giro
e richiudi il cancello.
Hai chiuso le finestre
dal primo al terzo piano,
ed hai stretto la mano
a maestri e maestre.
Mute e vuote le stanze
ti fan malinconia:
non ti mette allegria
l’idea delle vacanze…
Io invece vorrei
(lo dico solo a te)
che durassero sei,
sette mesi…non tre.
64. La strada per diventare buoni
Che stupendo viaggio le vacanze!
Si parte l’ultimo giorno di scuola,
pieni di smania, con il cuore in gola,
come partì Cristoforo Colombo,
con la Nina, la Pinta e la S. Maria,
per una lunga avventura
che tutta estate dura,
in buona compagnia…
L’estate è un continente da esplorare,
con paesi e foreste,
monti, burroni e creste,
e tutto attorno il mare…
A Nord, a Sud, a Est,
c’è qualcosa da scoprire
in tutte le direzioni:
perché passa dovunque
la strada per diventare buoni.
65. Buon anno a te
Buon anno a te,
buon anno a me,
a quelli di Rho,
a quelli di Cuorgnè
alla gallina
che fa coccodè,
al malatino
che dice trentatré,
alle belle figlie
di Madama Dorè,
ai bottoni del gilè,
a tutti, ma non alla mosca tsè-tsè
e a quello che pensa
soltanto per sé.
66. Voglio fare un regalo alla befana
La Befana, cara vecchietta,
va all’antica, senza fretta.
Non prende mica l’aeroplano
per volare dal monte al piano,
si fida soltanto, la cara vecchina,
della sua scopa di saggina:
è così che poi succede
che la Befana…non si vede!
Ha fatto tardi fra i nuvolosi
e molti restano senza doni!
Io quasi, nel mio buon cuore,
vorrei regalarle un micromotore,
perché arrivi dappertutto
col tempo bello o col tempo brutto…
Un po’ di progresso e di velocità
per dare a tutti la felicità!
67. Carnevale
Carnevale in filastrocca
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d’Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grasso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi
- Colombina – dice – mi sposi?
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne dà niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: - E’ carnevale,
e ogni scherzo oggi vale.
68. Il vento
Il vento è un viaggiatore:
viaggia e viaggia
dal monte alla spiaggia
e mai non sa trovare
un posto per riposare.
Il vento è un pastorello:
le sue pecore e il suo agnello
sono le foglie morte.
Il vento è un musicista:
il suo pianoforte
è il bosco intero,
con la betulla bianca
e il pino nero.
Suona, suona e non si stanca,
suona una musica senza parole;
ma, per chi sa capire,
la sua canzone vuol dire:
“via le nuvole, fuori il sole!”.
69. Filastrocca marzolina
Filastrocca di primavera,
come tarda a venire la sera.
L’hanno vista ferma in un prato
dove il verde è rispuntato,
un profumo di viole in fiore
l’ha trattenuta un paio di ore,
ha perso tempo lungo la via
presso un cespuglio di gaggia,
due bimbi con un tamburo di latta
hanno incantato la sera distratta.
Adesso è tardi, lo so bene:
ma però la sera non viene.
70. 21 marzo
La prima rondine venne iersera
a dirmi: - E’ prossima la Primavera!
Ridon le primule nel prato, gialle,
e ho visto, credimi, già tre farfalle.
Accarezzandola così le ho detto:
- Sì, è tempo, rondine, vola sul tetto!
Ma perché agli uomini ritorni in viso
come nei teneri prati il sorriso
un’altra rondine deve tornare
dal lungo esilio, di là dal mare.
La Pace, o rondine, che voli a sera!
Essa è per gli uomini
la primavera.